Parco

Archeologico

FALERI

FALERII NOVI

Sorge adagiata nella valle del fiume Treia,e quasi sulle sponde del fiume Tevere, in una zona che si pone tra i l’Umbria di San Francesco e il Parco di Veio che nasce un po’ piu verso a Roma , anticamente occupato dai Falisci, popolazione che parlava una lingua italica di origine indoeuropea molto simile al latino. Il nome di Falerii (<Falesioi) era anticamente derivato da quello del suo mitico fondatore: Halesus (<Falesos), ritenuto figlio di Nettuno e capostipite della dinastia del re Morrio di Veio. La città antica insisteva sui colli di Civita Castellana e Vignale, protetta da una imponente cinta muranea arcaica (V-IV secolo a.C.), ancora in parte preservata. La contiguità territoriale di queste popolazioni di lingua latina con l’avvento  degli Etruschi (di cui ci parla l’Eneide) costituì un sicuro veicolo di scambi culturali e commerciali, tanto che già in epoca protostorica le influenze irradiate della cultura villanoviana si mescolarono agli aspetti propriamente locali e tipicamente italici, quali, nel costume funerario, l’impiego del vaso cinerario di forma tondeggiante.

Sul finire del V secolo a.C. il mutevole assetto politico della penisola, in procinto di subire l’impatto della spinta dell’espansionismo romano, vide Falerii coinvolta insieme a Veio impegnata a proteggere il comprensorio che gravitava intorno al corso inferiore del Tevere, fino alla Sabina . Dopo la caduta di Veio nel 396 a.C., anche la falisca Capena, sulla via Flaminia, l’anno successivo cedette sotto la pressione di Roma, come pure Sutri e Nepi, sulla via Cassia, che subirono la deduzione coloniaria fra il 383 e il 373 a.C. La decadenza dell’autonomia di Falerii verrà ulteriormente accelerata da altri scontri bellici (sconfitta falisca del 394 a.C. ad opera di Furio Camillo) volti a contrastare l’avanzata di Roma, che la videro dapprima in veste di alleata a fianco di Tarquinia (guerra romano-etrusca 358-353 a.C.) e in seguito definitivamente battuta e distrutta nel 241 a.C. Il trasferimento degli abitanti superstiti comportò la fondazione a pochi chilometri di distanza di un nuovo centro residenziale, Falerii Novi, attualmente Santa Maria di Fàleri, che ancora conserva una splendida cinta muraria risalente al III secolo a.C. con otto porte e torrette di ingresso. Nel 90 a.C. il centro divenne municipium romano. La politica territoriale di Roma volle che il territorio falisco fosse innervato di percorsi stradali che in larga parte ripristinavano l’antica viabilità, il più importante dei quali fu costituito dalla via Flaminia e dalla Via Amerina. Sara’ poi sede del Corridoio Bizantino che vedra’ il sorgere del Monastero di Faleri , sede infine dei Monaci Guerrieri : i Cavalieri Templari.

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